9 lug 2010

Piccola Crisi Interiore di Mezza Estate

Visto che la mattina ha sorpreso pure me per una produttività inaspettata – rimetto mano ai blog per annunciare la chiusura di quello su La Stampa – non è completamente sicuro che Cronache Estoni debba scomparire ma…insomma…se non ci scrivo dentro rendo complicatissimo difendere il narcisismo che si nasconde in quell blog – e per sfogarmi un po’ qui.

Spiando un video di Alessandra Vanini su Facebook mi è venuta in mente una lista di cose che facevo e non faccio più. Cose che un po’ ucciderei per riavere.

E così ho deciso di metterne un po’ qui per vedere se scriverle sul blog mi aiuta ad uscire dal guscio della vita confortevole ma noiosetta per ricominciare ad approfittare dei giorni in maniera un po’ più intelligente.

Ho voglia di perdermi per i quartieri poveri di Istanbul.
I viaggi sono morti perchè li ho uccisi io svuotandoli di significato.
Una volta, partire, voleva dire ottenere un visto molto dubbio per incontare dissident del regime in Bielorussia…camminare con il culo stretto dalla paura per un’Istanbul da favola prima di parlare con un Nobel della letteratura…farsi prendere le impronte digitali dalla polizia russa con un fantastico misto di inchiostro e sangue alla stazione di polizia di Ivangorod…
Passare il confine con telefonini rubati dopo aver finalmente scoperto come si mangiano le uova…
Ora, come fosse nulla, partire è diventato cercare una stanza al Radisson, lasciare la carta di credito alla reception per pagare il minibar e fare una passeggiata per cercare un ristorante buono. Passando per H&M, che ci sono i saldi e si trova sempre qualcosa di cretino da usare stasera.
Mamma mia.

 Ho voglia di aprire Adobe Premiere
E perderci ore, giorni anche per fare un cazzo di video che non vedrà mai nessuno. Nascondere la testa sotto cuffie enormi e cominciare ad ascoltare album su album perchè – è chiaro – senza la musica adatta i video non servono a nulla.
E poi… starting point…ending point…cut. E buttare tutto su after effects per scoprire che, in fondo, I video con troppi effetti fanno cagare ed è meglio ricominciare da capo per farne uno più semplice.

Di sabato e domenica
Prendi un treno, vai a Sillamae e ricordati di portare la macchina fotografica. Piscine con rifiuti nucleari, l’ultimo porto prima della Russia, tasso di HIV altissimo, puttane d’ordinanza all’ingresso dell’albergo e portachiavi fatti di code di coniglio mozzate.
L’ultima volta? Due anni fa.

Finire la notte alle 10 del mattino in Levikas.
oppure al clandestino del Barrio Alto prima di correre a comprare del Pao com Chourizo in rua da rosa a Lisbona. Di andare in ristoranti assurdi, di essere minacciati con dita che si muovono piano piano sotto la gola, di essere così stanco da aver bisogno d’aiuto per tornare a casa perchè -  “oh, sul serio. Io dormo qui. Passate dopo”.  Mentre sei seduto sul marciapiede.

Di scrivere.
Passare cinque anni a dire che – no, un libro non lo scrivo più perchè mi hanno rubato il pc ed era tutto lì – sta diventando una scusa assurda.
Una volta mi pagavano per viaggiare e scrivere. Talmente tanto che, per non sentirmi in colpa, regalavo articoli.
Oggi ho un ufficio in affitto dove due stagiste scrivono per il giornale che nel frattempo ho aperto. Risultato?
In quell’ufficio, io, non ci entro nemmeno. Rimango sulla porta. Perchè quello che rappresenta mi fa un po’ tra schifo e paura.

Di andare al berchidda.
Il jazz festival. Il treno lentissimo. La tenda che non riesce ad essere fastisdiosa perchà la perdo prima di poterla usare.
Tutto andato?

Di gettare merda su Berlusconi al caffé
Tavolo 11, Perrier ordinata solo per me, libro, il mondo tutto intorno.
Quella era vita.

Oh, diciamolo chiaramente. Fissare la data del proprio matrimonio ha degli effetti devastanti.

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Giovanni Angioni - g.angioni@gmail.com - facebook.com/giovanni.angioni
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