
“Dove??”
“Perchè vuoi andare lì??”
Arrivato all’hotel Krank e dopo un discreto pollo con formaggio Greco ed erbette provenzali provo a chiedere al giovanissimo “concierge” se non conosca qualcuno abbastanza matto da aggiungersi al mio turismo nucleare.
“Per caso sai come arrivare alla vecchia centrale?”
“Dove?? Perchè vuoi andare lì?? Non si può andare in quell posto, è una zona vietata. E pericolosa.”
Anche se non sembra, soprattutto per via di quel maledetto sorriso ironico che mi spunta sulla bocca, apprezzo veramente il suo tentativo di tenermi lontano da quel posto. Sono sicuro che non lo faccia per mantenere chissà quale segreto ma che, dietro alle sue parole, ci sia solamente la voglia di non veder tornare l’unico cliente dell’hotel con un braccio in più e venti capelli in meno.
Che nel mio caso vorrebbe dire calvo, lo so.
È molto probabile che, comunque, qualche altra persona domain provi a fermarmi con ben altri mezzzi, che qualche guardia non dimostri la stessa gentilezza nel farmi capire che non è il posto adatto a me ma…dovrei forse fermarmi solamente per questo?
Dovrei forse rinunciare al taxi prenotato per le 10 del mattino solo perchè penso di non poter entrare all’inferno ma, tutt’al più, sarò costretto a fermarmi sulla porta?
Non rispondo nemmeno, tanto è ovvio.
Luciferine fantasie a parte, comunque, il paese è decisamente diverso da quanto mi aspettassi.
Appena sceso dal bus, lo ammetto, ho iniziato a maledire la mia idea di venire qui a passare un solitario fine settimana: tristi blocchi grigiastri come l’epoca che ricordano circondati da facce non esattamente amichevoli erano tutto quello che mi sono trovato davanti agli occhi.
Ma dopo una breve passeggiata per il centro della cittadina, nonostante le facce non siano cambiate allo stesso modo, almeno l’estetica dei palazzi ha reso tutto molto più familiare ed accogliente.
L’hotel – unico del posto e, dunque, speculatore autorizzato dei portafogli altrui – è carino, semi-pulito, offre una connessione wireless gratuita, una prostituta molto carina per ogni esigenza – ma, questa no, non esattamente gratuita – ed una colazione abbastanza bizzarra.
Mentre pagavo per la mia notte da ospite, infatti, ho anche dovuto scrivere una lista delle cose che avrei voluto trovare sulla tavola al mattino successivo.
Si, ho dovuto scrivere anche “acqua fresca”.
Quanto al resto, va tutto abbastanza bene se si dimenticano una camera caldissima, una finestra inutilizzabile a causa della generosità dei piccioni – bionici –di Sillamae che hanno eletto il mio davanzale a pensatoio collettivo ed ad una doccia che mi ricorda la mia infanzia.
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