(EN version @ http://tallinn.cafebabel.com)Era Aprile dell'anno scorso quando, con un gruppo di colleghi, abbiamo deciso di forzare i tempi programmati da cafebabel.com per la nostra pagina locale e ci siamo lanciati nella pubblicazione dei nostri primi filmati quasi in tempo reale con quello che stava accadendo nella, fino a quel momento, calmissima capitale estone. Con il rumore delle vetrine in frantumi e delle sirene della polizia ancora ben chiaro nelle orecchie, cercavamo rifugio nel primo bar con connessione wifi disponibile per caricare su youtube i nostri filmati dopo dei minimi lavori di editing.
Ma oggi, 28 Aprile di un anno dopo, tutto e' fortunatamente rimasto quello che doveva essere. Nulla piu' che un ricordo su cui fermarsi a riflettere.
Perche' il 2008 non e' la stessa cosa.
365 giorni dopo quelle assurde notti gli estoni, quale che sia la loro nazione di riferimento, sembrano avere la testa occupata da ben altri pensieri: l'economia rallenta pericolosamente, l'inflazione e' un nemico difficile da combattere, la parola disoccupazione non e' piu' sconosciuta e le recenti analisi economiche pubblicate da autorevoli quotidiani come Postimees ed Aripaev non lasciano spazio all'ottimismo.
Ed anche se a qualcuno potrebbe sembrare eccessivo che si vada a ricercare un legame tra due fatti diversissimi tra loro come l'anniversario degli scontri ed il principio di crisi che il paese sembra attraversare, io non posso non pensare che l'effetto di quest'ultima non debba essere sottovalutato in nessun caso. Anche quando si sceglie di parlare degli problemi della piu' vasta minoranza nazionale.
Via Ansip e chiarezza sulle responsabilita'
Poco piu' di un centinaio di persone, guidate dall'associazione filo-russa NightWatch, si sono pacificamente radunate a pochi passi dal Centro Culturale Russo nella mattinata di sabato per domandare le dimissioni dell'attuale Primo Ministro Andrus Ansip e l'istituzione di una commissione internazionale che faccia chiarezza su quanto accaduto durante ed in seguito agli scontri di un anno fa quando il giovane Dimitri Ganin venne pugnalato a morte da una mano che, ancora oggi, risulta priva di identita'.
E nonostante la Prefettura cittadina ci avesse assicurato che quest'anno la polizia avrebbe reagito “a qualsiasi violazione”, la buona notizia e' che, durante tutta la giornata, nessuno degli uomini in divisa ha avuto bisogno di intervenire. Neppure quando, in maniera apertamente provocatoria, qualcuno ha scelto di stare davanti ai membri di NightWatch con una bandiera estone in mano.
Ed i simboli degli scontri diventano territorio dei giornalisti
Sempre nella giornata di sabato, inoltre, una quindicina di persone hanno scelto di radunarsi nella piazza Tonismagi, fuori dalla biblioteca nazionale di Tallinn, li' dove, fino ad un anno fa, stava la statua della discordia.
“Vogliamo le dimissioni del Primo Ministro” mi dice un giovane mentre distribuisce delle coccarde commemorative a strisce rame e nero. “Il governo ha sbagliato un anno fa ed ora deve pagare” continua senza nervosismo mentre altre persone depongono, in silenzio, fiori e candele in ricordo del Soldato di Bronzo e del suo significato.
Il Tutto intorno ad un considerevole numero di giornalisti accorsi quasi nella speranza di avere qualcosa di piu' vivace da raccontare.
Ma, a differenza di quanto accadde un anno fa, il buio non ha portato paura ne' violenza.
Pochi minuti dopo le dieci, un piccolo corteo di persone “armato” di garofani rossi e candele ha imboccato la stretta via Tatari passando davanti al Woodstock, locale conosciuto come ritrovo dei nazionalisti estoni.
Sotto lo sguardo vigile della polizia cittadina – che, vale la pena ripeterlo, non e' dovuta intervenire nemmeno in questo caso - i manifestanti si sono fermati a pochi metri dall'ingresso del bar per rendere omaggio al ricordo di quella che e' ricordata come l'unica vittima della passata follia.
Una follia che, finalmente, sembra appartenere al passato.
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