[Prima di tutto, le circostanze. Il 2 Dicembre pubblico per la prima volta un articolo su IPP - visto che non mi interessano i comunicati stampa, intervisto Alessando Piersigilli.
Ne discuto Giangia Marelli che mi chiede di modificare qualcosa nell'articolo e, senza alcun problema, lo faccio nell'arco di pochi minuti.
Colgo anche l'occasione per chiedere a Giangia un'intervista come "risposta" a quella appena pubblicata - richiesta accettata alle 16.53
Il 3 dicembre invio dunque le seguenti domande - lascio a voi giudicare se siano offensive o polemiche o se, al contrario, possano aiutare a conoscerci tutti un po' meglio ed a dimostrare che abbiamo l'onestà necessaria per andare avanti]
Ricordami subito una cosa: quando e per che cosa siete nati?
Quali sono stati i vostri obiettivi e quali sono quelli correnti?
Come siete arrivati alla redazione di uno statuto ed alla creazione di un organigramma?
Perfetto. E se io ti dicessi che domani ho intenzione di aprire un nuovo movimento con praticamente lo stesso obiettivo, lo stesso target e lo stesso modus operandi, che cosa mi risponderesti?
Tempo di fare nomi e cognomi e di diventare fastidiosi. Nell’intervista ad Alessandro Piersigilli di ieri, mentre parlavamo degli Italian Poker Players, lui ha dichiarato: “Non abbiamo nessun problema a collaborare anche con associazione esistenti: l'importante è centrare gli obiettivi” del quale io ti offro una mia personale interpretazione.
Se io riscrivo la frase dicendo: “Pokeristi Sportivi Uniti può allearsi con IPP –se vuole – perchè noi non abbiamo nulla contro di loro” che cosa mi rispondi?
Qualcuno mi ha detto che se PSU si fosse mossa più velocemente ed avesse provato ad ottenere qualcosa di concreto da subito, le cose sarebbero cambiate ed IPP non sarebbe nemmeno nata.
Permettimi di aggiungere anche un vecchio detto del mondo del business secondo il quale “se una persona è in grado di cambiare le cose, lo si vede nei primi tre mesi. Se nei primi tre mesi non cambia nulla, la persona è bruciata”. Un commento?
Ultima domanda (molto) polemica. Qualcuno grida contro Mario Adinolfi perchè si fonda movimento e giornale allo stesso momento, usando la causa – nobile – della difesa del poker per un interesse – molto meno nobile- personale.
A voler essere maligni, tu guidi Pokeristi Sportivi Uniti e PokerFactor: dov’è la differenza?
Tempo di deporre la sciabola. Leggo dalla vostra dichiarazione dìintenti: “Il movimento POKERISTI SPORTIVI UNITI si pone come ente per il dialogo Istituzionale”. Come vanno le cose?
Mestre: Francesca Marelli a gettato ghiaccio sugli entusiasmi spiegando che non abbiamo vinto (ancora) nulla. Quando è difficile parlare di cose concrete quando si ha dall’altra parte qualcuno che grida più per propaganda che per altro?
Ultima domanda a sorpresa: ti propongo tre scenari per il 2010 e tu mi dici quale pensi sia più realistico.
1) Il Governo riesce a legislare in materia e decide per un sistema di licenze. PokerVenus, SuperBet e StratoWin – enormi rooms online – comprano le licenze ed aprono palazzetti del poker nelle più grandi città italiane.
2) Il Governo mette delle tasse sui buy-in del live e sugli incassi delle sale istituendo un registro nel quale queste debbano iscriversi (gratuitamente) per ottenere la licenza di gioco. Le regole sono precise su tipo di gioco, buy-in etc. ma chiunque abbia la fedina penale pulita ha la possibilità di aprire una sala.
3) Il Governo cade a Marzo e pazienza. Bisogna aspettare.
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