Lo ammetto, per un sacco di tempo ho covato il sogno di tornare in Italia. Smetto di negarlo.
Pensavo che, dopo tutto, se uno riusciva a farsi una quantità di esperienza tale da spaccare il sedere a raccomandati e leccaculo potesse farcela comunque.
Pensavo che, dopo tutto, con il cognome che porto e la famiglia da cui vengo fossi un po' raccomandato anche io.
Oggi quel gran gentiluomo di Michele Fioraso ha pubblicato su Facebook la notizia dei 12 giornalisti assunti alla Regione Sardegna e giuro che, da quando l'ho letta, non son riuscito a far rallentare il cuore dalla rabbia che provo.
A 23 o 24 anni - nemmeno ricordo più - mentre questi gentiluomini cazzeggiavano al Poetto, io ero al Consiglio Europeo a Bruxelles a farmi le conferenze stampa di Chirac, Prodi e Tony Blair. A fumare sigarette con Silvio Sircana per sapere in anticipo la posizione italiana sul trattato UE.
E nel tempo libero, quando non ero in ufficio a scrivere oppure ad organizzare dibattiti, mi prendevo birre e caffè con colleghi della BBC perchè nulla è meglio di scambiare le proprie idee con chi ne sa di più.
A 27 anni ho aperto redazione di cafebabel a Tallinn, aperto Estonian Free Press che dirigo con quattro persone - mentre cerco di assumerne una quinta -, decido la linea editoriale di PokerListings Italia, faccio lezioni sull'Unione Europea nelle scuole e quando ho tempo provo a pubblicare su la Stampa o quotidiani locali.
Sono stato sulle pagine di Pravda, Politika, Der Spiegel...ho scritto per la Commissione Europea, partecipato come giurato a due premi giornalistici ed organizzato i primi European Youth Media Days a Bruxelles.
Intervistato un primo ministro, non so quanti ministri...moderato dibattiti con dirigenti della Banca Nazionale Estone e Parlamentari durante i quali non ho mai risparmiato una critica.
Fino al punto da dire che le banche, in Estonia, sono state dei criminali. In pubblico e davanti al personale di diverse ambasciate.
Il due novembre sarà di nuovo a fare lezione in una scuola, e con me ci saranno un reporter ed un fotografo per scrivere di un'iniziativa che reputano importante per questa nazione.
Ma oggi, mentre vedevo i nomi delle persone selezionate dai nostri beneamati eletti, mi sono accorto di essermi fregato da solo.
Lo ammetto, per un sacco di tempo ho covato il sogno di tornare in Italia
Oggi so che per me non c'è posto.
9 commenti:
non ti conosco ma è chiaro che sei troppo bravo per lavorare per la Regione Sardegna. rimani lì dove sei, ovunque sia.
Mah, ti dirò..una pensione "umana" ed un posto che non ti faccia passare febbraio a meno venti sarebbero stati accettati volentieri..
sottoscrivo il tuo stato d'animo in tutto e per tutto. Con l'aggravante che io dalla Sardegna non me ne sono mai andato!
Complimenti per il coraggio Lorenzo.
Io oggi ho scoperto che a furia di stare nel limbo, si rischia di rimanerci. Ed è fastidiosissimo.
Ciao Giovanni, faccio la tua conoscenza ora attraverso Michele, con cui ho condiviso l'esperienza a l'altravoce, interessante ma purtroppo fallimentare dal punto di vista economico. Io ho fatto 3 anni a Milano sperando di poter trovare una scappatoia per tornare in Sardegna..sono tornato senza scappatoia e con molte speranze vane...
Ho fondato e dirigo una rivista online http://www.mediterraneaonline.eu/it/ che non mi da uno stipendio ma tanta libertà.
Certo vedere gli stipendi che pigliano alla regione mi fa senso.
Ammiro sinceramente il tuo lavoro che conoscevo prima di sapere chi fossi e spero che le cose cambino davvero, che tutti quelli che hanno idee e "gana" lavorino in Sardegna!
Ciao..troppo gentile sui complimenti..
Per carità, conosco bene i tentativi "economicamente fallimentari"..il primo era stato un giornale che distribuivamo in libreria e che si chiamava "il caffellatte"..e l'ultimo sarà probabilmente estonian free press..per il quale pure la mia ragazza ha messo un tetto perchè "più di quei soldi, non posso buttarne"...
Che ti posso dire..complimenti per il tuo lavoro e per la voglia di lottare..io penso di essermi fregato con la scelta -anche un po' vigliacca a dirla tutta - di andare via troppo presto
Per i soldi e tempo impiegato dovrebbero darci già la pensione per meriti sul campo..ma non è questione di coraggio, sono sempre tentativi di lavorare e imparare a lavorare!
Anche io Gianmarco..solo che quelle nomine hanno avuto l'effetto di una vecchietta tremenda.
Nel senso del colpo sul muscolo..
Tempo fa ad Amburgo conobbi un giovane ingegnere turco che lavorava per un'importante industria tedesca, gli chiesi se non li mancasse la sua patria. Mi rispose: "certo, mi manca, ma in Turchia va bene tornarci per le vacanze, per il lavoro è meglio qui".
Credo che per l'italia valga più o meno la stessa cosa.
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