6 ago 2009

La Georgia Ricomincia a Tremare Mentre Alcuni Grandi Giornalisti Sono Ancora Addormentati




Un anno dalla guerra in Georgia, e tutto ricomincia.

Ieri, come se niente fosse, mi sono piombate nella casella di posta un paio di Interfax e RiaNovosti mica da ridere: soldati russi pronti alla guerra, confini chiusi e dichiarazioni del caso come “non terremo gli occhi chiusi” e “non accetteremo altre provocazioni” a rappresentare lo stato d’animo del Cremlino.

In tarda serata poi, il contatto dell’ambasciata georgiana che mi dice “Giuà, domani facciamo una conferenza stampa al museo dell’occupazione sovietica in Estonia. Mi raccomando non puoi mancare.”

Il contatto di quella russa non si è ancora fatto sentire: immagino sia impegnato con qualche prostituta – no, non è denigrazione...andare a puttane gli piace parecchio...quasi quanto gli piace raccontarmelo... – ma penso mi farà sentire la sua voce prima di stasera.

Il tutto, ça va sans dire , tra la più totale immobilità dei giornali nostrani.

Ieri ho pensato di chiamare il mio caro contatto ma poi ho visto che erano le 23 e lui, a quell’ora, non lavora.

Allora mi son detto: “chiamo questa mattina!”...ma erano solo le 8 in Estonia..le 7 in Italia..e mentre io avevo già controllato email, risposto a qualcuno, letto i giornali e stirato una camicia..mi son ricordato che no, a quell’ora, lui non lavora.

Quando c’era Kadri – che prima mi ammirava ed ora mi sputazza dal suo posto di corridpondente a Bruxelles – vivevamo di news. Potevamo stare ore e notti intere a commentare agenzie di stampa, studiare l’economist divorando la BBC in sottofondo...

Perchè, oh! Se vuoi fare il giornalista è così che devi vivere.

O quasi.

Perchè mentre noi facevamo tutto questo, il mio contatto dormiva.

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Giovanni Angioni - g.angioni@gmail.com - facebook.com/giovanni.angioni
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