21 dic 2006

e siamo arrivati - vivi - alla fine dell'anno talliniano...

Ed eccoci qua...21 dicembre...ultimo giorno del 2006 a Tallinn..

e forse, in questo scuro baretto nascosto dentro ad un teatro sperimentale, dove le ragazze davanti a me giocano a carte, i ragazzi dietro a dadi, e la birra costa uneur'eottanta, è tempo di fare qualche riflessione.

La prima cosa che mi viene alla mente è quello che ho pensato la prima notte, sul taxi che mi portava dall'aereoporto all'ostello: io, da qui, scappo.

Era sabato notte, e la gente che vedevo per strada, per la prima volta, mi sembrava davvero diversa da me. nulla a che vedere con Lisbona, con Bruxelles, con Parigi o con Praga...qui sembravano davvero diversi...e mi sembrava impossibile potermi ambientare e mimetizzare in un posto così, un posto dove anche solo quando passeggi per strada senti di essere diverso, come una marlboro al mentolo in un pacchetto di gitanes...
Non è solo diversa...fondamentalmente non ci fa un cazzo.

Eppure le cose, piano piano, sono cambiate.

Sono sempre diverso, mi sento sempre come quella strana bianca sigaretta lì...
però questo ha smesso di essere un problema.

Quando scopri che non è che siano apatici con te perchè non sei come loro, ma impari che loro sono semplicemente così...ti abitui.

Sai che difficilmente ci saranno conversazioni sul senso della vita, sulle violazioni dei diritti umani o sul fatto che, in fondo, forse Camus sia stato un po' più filosofo di Sartre...

Impari a pensare.

A fare conversazione con te stesso, a farti domande ed a sfotterti fino a che non riesci a trovare risposte da solo...anche a costo di invenentare dibattiti interiori tra te ed un altro te che a volte sei un po' costretto a creare.

ed è fantastico.

Perchè impari a conoscerti, a metterti in discussione da solo...a capire quello che non sai ma che dovresti e quello che sai ma che non serve assolutamente a nulla.

Ti chiudi un po', ma senza impazzire, anzi.

e, soprattutto, cominci ad apprezzare le conversazioni vere.

Prendi due persone non di tallinn e mettile insieme, una sera.
Parleranno...non importa di cosa..ma parleranno.

Anche a costo di dire le cose più sceme della storia, le più ovvie. loro parleranno.

Poi, vieni a tallinn e passa un po' di tempo con qualcuno.

Qui non ci sono angeli che passano o silenzi imbarazzanti...qui, la gente, quando non ha nulla da dire, sta zitta.

non si lancia in conversazioni di circostanza, non ha paura di dire parole sbagliate, non ha il taboo del trittico politica-religione-sesso.

Se vuol dire una cosa, la dice.
Altrimenti, sta zitta.

Tante cose, senz'altro, le ho scoperte con Natalija...

è stata lei a farmi sentire a casa ed a farmi fare esperienze che, purtroppo, penso ricapiteranno difficilmente.

è stata lei a spingermi a rimettermi sul serio a lavorare ed a buttarmi dentro questo nuovo mondo in cui, ancoranonsisaperché, son finito

purtroppo è stata lei a scomparire...visto che credo sarà difficile rivederla tra qualche mese...sempre che scelga di tornare dall'egitto.

più penso più mi vengono in mente altre cose...

Chiara e Fernando che in questo momento rappresentano l'ideale della coppia più europea e bella del mondo....stanno bene insieme..parlano...discutono tutti i loro problemi..
un sogno.

Kersti che mi ha regalato la vodka, il cesso del supermarket, quella che si crede un lupo, maria, kadri, ulle, natasha, arvo...

E poi i prof che ho battuto a colpi di vodka - e che si son rifatti bocciandomi il seminario sulla tesi... savino, angel, cvetomir (un quarantenne di successo di ventunanni...)

hasso krull ed eeva park che si sono fatti intervistare...

a ripensarci bene, nonostante i giorni di enorme depressione...quelli in cui ho cominciato a frugare i siti internet di quasi tutte le università italiane in cui mi sarei potuto iscrivere a gennaio...quelli in qui ho quasi pianto sfogliando le pagine dell'ulb...

...ripensandoci...

è davvero un'esperienza grandiosa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In fondo si dice sempre così prima di tornare a casa, ogni volta che si riguardano le cose...col sedere quasi al sicuro -anche se solo per poco tempo- ci si convince che in fondo è una bella esperienza.
Saranno veramente tutte belle esperienze o ce lo raccontiamo per costringerci ad andare avanti?

furiasarda ha detto...

giusto per farti gli auguri di natale e buon anno giovine! Io son già tornato in Spagna, inutile dire quanto mi manchi la Sardegna... but you know...even the to...ism it's very important... avremmo vissuto le stesse emozioni stando a casa e non vivendoci i posti che stiamo vivendo?
Un abrazo da Barcellona! Alessio

Giovanni Angioni - g.angioni@gmail.com - facebook.com/giovanni.angioni
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